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Il florilegio degli scritti di Alberto Granese, in occasione dei 750 anni dalla nascita, da un omaggio a Dante: dal Paradiso (XIV 69) è tratto un luminoso e illuminante verso del titolo, "Per guisa d'orizzonte che rischiari". Segue un gruppo omogeneo di tre lavori, dall'autore definito il suo "asse" civile, su Giannone, nel contesto storico culturale del contradditorio rapporto tra intellettuale riformatore e despota illuminato, Vico, di cui dà una lettura "diversa" e in chiave dialettica, Pagano, "costruttore" dello stato repubblicano e insieme promotore del fallimento della rivoluzione napoletana del 1799. Subito dopo, Alvaro e Quasimodo rispecchiano, per gli argomenti svolti, i suoi interessi di ricerca, rispettivamente, sul Potere e sul Tragico, mentre la Medea, da Euripide a Lars von Trier, e il romanzo-film di Moravia-Godard riflettono i suoi amori per il teatro e per il cinema. Infine, altri due omaggi: a Pasolini, per i 40 anni dalla sua tragica morte, e a Debenedetti, con cui si è laureato, da sempre considerato il suo "maestro" di critica letteraria.